Recentemente, mi sono imbattuto in un articolo molto stimolante pubblicato su Digital4.biz, che esplorava in profondità come l’intelligenza artificiale generativa stia ridisegnando il panorama professionale. Ho trovato l’analisi particolarmente acuta, soprattutto nel suo mettere in luce non tanto la minaccia di una “sostituzione” del lavoro umano, quanto piuttosto l’opportunità di un “potenziamento” senza precedenti. Mentre l’articolo discuteva ampiamente l’impatto su settori aziendali consolidati, la mia mente è andata immediatamente ai miei colleghi: coach, consulenti, freelance e professionisti che, come me, affrontano quotidianamente la sfida di massimizzare l’impatto e la produttività con risorse spesso limitate.
Una delle tesi centrali che mi ha colpito è l’idea che l’AI possa liberarci dalle attività ripetitive e a basso valore, permettendoci di dedicare tempo ed energie a ciò che realmente conta: la strategia, la creatività e la relazione umana. Ho sentito spesso l’ansia tra i professionisti legata all’inefficienza, alla sensazione di dover rincorrere mille incombenze o alla paura di non essere al passo con i tempi. L’articolo, citando stime come un potenziale aumento del 7% del PIL globale in dieci anni grazie all’AI, suggerisce che ignorare queste innovazioni potrebbe equivalere a perdere opportunità significative. Questo mi spinge a pensare che non è più una questione di “se” ma di “come” integrare questi strumenti.
Immaginate, per esempio, come un coach potrebbe sfruttare l’AI. Io stesso potrei usarla per generare bozze iniziali di materiali per i miei workshop, per ideare script per video formativi, o per analizzare feedback da sessioni passate e identificare trend nei bisogni dei miei clienti. Questo non solo velocizza il processo, ma mi permette di concentrarmi sulla personalizzazione e sull’apporto di valore unico che solo l’esperienza umana può dare. Per un consulente, l’AI potrebbe sintetizzare rapidamente report di mercato, aiutare nella ricerca di nicchie o addirittura suggerire schemi di presentazione basati su dati complessi. Un freelance che si occupa di marketing digitale potrebbe automatizzare la creazione di varianti di annunci pubblicitari, ottimizzando campagne in modo impensabile fino a poco tempo fa.
L’articolo sottolinea l’importanza di sviluppare nuove competenze, come il “prompt engineering” – l’arte di formulare richieste efficaci all’AI – e l'”AI literacy“, cioè la comprensione delle sue capacità e dei suoi limiti. Questo è fondamentale. Ho riflettuto su quanto sia cruciale per noi professionisti non solo acquisire familiarità con questi strumenti, ma anche sviluppare un pensiero critico ed etico sul loro utilizzo. Il rischio di obsolescenza non deriva dall’esistenza dell’AI, ma dalla nostra incapacità di evolvere con essa.
Personalmente, credo che il vero valore aggiunto che possiamo offrire come professionisti sia proprio la capacità di integrare la potenza dell’AI con la nostra intelligenza emotiva, il nostro giudizio critico e le nostre competenze interpersonali. L’articolo accenna giustamente a come l’Italia debba investire in questa direzione, e io lo interpreto come un invito diretto a noi singoli professionisti a non aspettare. La collaborazione uomo-macchina è il futuro, e la possibilità di scalare le nostre attività, di acquisire nuovi clienti gestendo meglio il carico di lavoro, e di elevare la qualità delle nostre prestazioni, è ora a portata di mano. Forse, l’unica area che meriterebbe ulteriore approfondimento, pur essendo accennata nell’articolo, è il delicato equilibrio tra automazione e il mantenimento del ‘tocco umano‘ indispensabile in ruoli di consulenza o coaching, dove la relazione profonda è tutto. Resta il fatto che questa nuova era ci chiede di essere più produttivi, più innovativi e, paradossalmente, più umani che mai.
Alla luce di queste riflessioni, e pensando al tuo ruolo specifico di professionista, in che modo intendi bilanciare l’efficienza offerta dall’AI con il mantenimento di quel ‘tocco umano’ e della relazione profonda che caratterizzano la tua professione? Condividi la tua prospettiva o le tue esperienze nei commenti.