Intorno al 1996 mi venne un altro pallino e contrariamente a quanto si possa intuire dal titolo, decisi di dedicarmi al tiro con l’arco.

Mi iscrissi ad una associazione sportiva e praticai per qualche anno con grande soddisfazione.

Chi non ha mai provato l’esperienza almeno una volta in qualche villaggio o fiera?

Ecco, è tutta un’altra cosa! 🙂

Intanto si scoprono un sacco di cose, tipo che di archi ce ne sono di diversi modelli.

L’esperienza che si vive tirando con l’arco è particolare, perchè mi ha permesso di trascorrere ore con altre persone in condizioni di totale rilassatezza, in mezzo al verde. Ci si scambiavano riflessioni sulla tecnica e consigli, si parlava di qualunque cosa attendendo che tutti terminassero la voleé e si potesse andare a raccogliere le frecce o cercarle nel campo.

L’arco istintivo è praticamente un pezzo di legno 😀

Non ha riferimenti a cui affidarsi ed è adatto ai puristi o alla caccia preistorica, ma a parte gli scherzi bisogna avere un talento particolare.

Ho avuto modo di provarlo in Trentino l’anno scorso e devo dire che dà grandi soddisfazioni. Ti senti veramente un artista.


L’arco olimpico ogni tanto lo uso ancora ed è quello con cui ho iniziato. E’ il tipo più conosciuto. Ha molti accessori che lo rendono più semplice e a seconda di quanto si hanno le braccia lunghe e forti, si possono raggiungere distanze considerevoli. Col mio riesco a raggiungere i 90mt. nonostante debba disegnare una parabola piuttosto ampia col mirino al minimo.

Di questo purtroppo non ho foto, Magari ne scatterò una appositamente.


L’ultimo che merita una citazione è l’arco compound, una sorta di arma.

E’ un’arco molto potente in grado di richiedere il minimo sforzo per scagliare la freccia a grandi distanze e con una forza decisamente superiore agli altri, grazie al sistema di carrucole che consentono di tenere in “leggerezza” l’arco una volta superato lo sforzo iniziale.

Con questo tipo di arco tipicamente sono previsti accessori che arrivano fino ai puntatori laser.

La difficoltà maggiore in tutti i casi risiede nel riuscire a mantenere la posizione per il tempo necessario a mirare e scoccare. Naturalmente nei primi 2 casi non si ha la possibilità ti tenere a lungo, mentre il compound in questo caso si presta molto bene.